Accadeva oggi, 14 agosto

Oggi 14 agosto ricordiamo due illustri esponenti della Letteratura:

Era il 14 agosto 1876 quando ad Alessandria nasceva Rina Faccio, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo. Intellettuale di prim’ordine nel panorama culturale italiano di primo Novecento, s’impegnava fortemente nella lotta per l’emancipazione femminile (emblematico il suo romanzo Una donna, opera pionieristica del genere in Italia). Note e chiacchierate le sue relazioni, amichevoli o più, con persone del calibro di Dino Campana, Salvatore Quasimodo, Clemente Rebora; taluni sostengono persino una relazione con Eleonora Duse.
Ma l’importanza della Aleramo non può essere ridotta alle sue conoscenze e relazioni, che di questa breve riflessione fungono solo da parentesi: di lei conta il carattere, la forza, la determinazione in una vita personale e di una intera nazione 1490sibilla_aleramo4certamente non facili. Tralasciando in questa sede il dibattito che ha contraddistinto la sua vita tra antifascismo prima e fascismo poi (probabilmente soltanto un appoggio di facciata e necessario, oserei), concludo con le parole che pronunciò Montale nel 1960, nell’accogliere la notizia della sua morte:

«Sopravvissuta a tante tempeste portava ancora in sé, e imponeva agli altri,quella fermezza, quel senso di dignità ch’ erano stati la vera sua forza e il suo segreto»

Nel 1956, invece, aveva fine la vita di Bertolt Brecht, drammaturgo tra i più influenti e importanti del Novecento. Nel 1933, come molti altri illustri tedeschi, dovette abbandonare la Germania a causa dell’avvento del nazismo. Accadde infatti che una delle sue opere più importanti, La linea di condotta, fu accolta, proprio nel ’33, da una interruzione della polizia e dopodiché ufficialmente bandita, per via delle idee filocomuniste che in essa comparivano. In seguito a questo episodio, il drammaturgo, che in quei giorni era ricoverato in ospedale, senza perdere tempo si rifugiò con la famiglia a Praga, fino a girare sostanzialmente per il mondo, dalla Francia agli Stati Uniti alla Danimarca e alla Scandinavia.
Nel 1954 fu insignito del premio Lenin per la Pace e poco più tardi, il 14 agosto 1956, morì ad appena 58 anni per un infarto del miocardio.

“E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: “è naturale” in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile” (da L’eccezione e la regola)

bb

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