“Riccardin dal ciuffo”, la straordinaria rivisitazione firmata Amélie Nothomb

Riccardin dal ciuffo – Amélie Nothomb
(Voland)

9788862430722_0_0_1434_80Riccardin dal ciuffo, pubblicato in Italia da Voland nel 2017, è l’ultima pubblicazione di Amélie Nothomb ed è anche una delle poche ad essere meno in linea di altre, per struttura e contenuti, con la poetica cui la scrittrice ha ormai abituato i suoi lettori più affezionati.

A differenza di numerose sue opere, infatti, la possibile conclusione e il contenuto stesso del romanzo sono suggeriti in maniera abbastanza allusiva dal titolo, che rimanda apertamente all’omonima fiaba di Perrault.

Per Amélie Nothomb, contrariamente alla versione originaria, i personaggi si chiamano Deodato e Altea, vivono nella Francia contemporanea e passano attraverso le stesse esperienze collettive di ogni essere umano: le relazioni conflittuali fra i banchi di scuola, i primi amori, i primi lutti, il primo lavoro. A distinguerli sono alcuni tratti che li rendono unici agli occhi propri e degli altri: per lui sono la bruttezza fisica e l’acutezza mentale strabiliante fin dai primi giorni di vita, per lei sono una bellezza abbagliante e un silenzio contemplativo straordinario, che spesso porta chi la circonda a crederla stupida.

Entrambi hanno poi un’ossessione che li folgora durante l’adolescenza in maniera improvvisa e dirompente: la scoperta degli uccelli per Deodato, quella delle pietre preziose per Altea. E, naturalmente, entrambi si confrontano con un’esperienza di amore che rischia di annientarli e con parecchi rapporti caratterizzati, al contrario, dalla noia o dall’indifferenza.

Tutti e due, in ogni caso, diventano oggetto di interesse per i media di Parigi quando riescono a realizzare le proprie ambizioni: lui diventa un ornitologo, lei un’indossatrice di gioielli. E si conoscono così, grazie alla beffa di un conduttore televisivo che li aveva invitati alla stessa trasmissione nella speranza che si disprezzassero a vicenda e che facessero arrivare alle stelle l’audience del giorno. Quello che accade è folgorante per i motivi opposti, dal momento che i due riconoscono immediatamente l’ossessione l’uno dell’altra con ammirazione e interesse, finendo poi col dimenticare lei la bruttezza di Deodato e lui i pettegolezzi sull’idiozia di lei.

La vicenda si conclude così, con un lieto fine che non avrebbe potuto essere meglio giustificato dall’autrice: perfino Balzac nella sua Commedia umana, sostiene lei, in meno di dieci storie su oltre un centinaio ha deciso di concedere ai protagonisti una conclusione davvero felice, come a sottolineare in mezzo ai tormenti e allo schifo del mondo ci sono delle circostanze in cui è l’amore ad avere la meglio.

Ebbene, Riccardin dal ciuffo ne è un ulteriore esempio celebre, in cui la natura del finale o la caratterizzazione dei personaggi – essendo presentati e prevedibili fin dall’inizio, come già detto – non sono il nucleo della storia. Al centro dell’attenzione sono, piuttosto, le loro riflessioni, le loro reazioni agli atteggiamenti umani, i rapporti esclusivi che sviluppano lei con la nonna, lui con sé stesso e con il suo primo amore.

I dialoghi incalzanti sono spesso intrisi di un umorismo feroce, che a volte si trasforma in sarcasmo e che altre volte fa scoppiare in aperte risate, mentre le attente descrizioni della psicologia di Deodato e di Altea creano un universo alternativo al nostro, in cui si dà importanza a dettagli inimmaginabili e in cui l’intera esistenza viene interpretata secondo delle leggi nuove, ora rivoluzionarie e ora quasi beffarde.

Allo stesso tempo, il grande coro costituito da “gli altri” – ovvero dalle persone tendenzialmente ordinarie con cui i due entrano in contatto anno dopo anno – è un ritratto sapiente e spietato di meccanismi mentali e comportamentali senza tempo. Nella bassezza del prossimo, nelle sue sciocche deduzioni, nei suoi tornaconti personali e nella sua necessità di maschere da indossare di fronte alla società o di compromessi da rivendere a sé stesso, s’intravede un contrasto netto e incolmabile tra una natura simile e i personaggi-chiave del romanzo.

Entrambi sono, quindi, un’eccezione alla regola e l’occasione per creare intanto una regola completamente nuova, che non può essere riconosciuta in quanto tale né accettata da terzi, ma che per loro diventa una sorta di fede segreta e che viene alimentata solo da pochissimi. Il miracolo tanto per l’uno quanto per l’altra consiste, dunque, nel loro riconoscimento dell’epilogo, nella loro possibilità di condividere un’unicità così ilare e odiosa ad occhi esterni, così insensata e inutile per i più e addirittura dannosa o pericolosa secondo qualche altro.

Niente, comunque, riesce a scalfire il legame dei protagonisti né il loro modo speciale di rapportarsi con la vita, armati come sono di humour, di indifferenza agli insulti e, soprattutto, di un sentimento autentico e totalizzante pronto ad illuminarli senza sosta stagione dopo stagione.

Sdolcinato? Affatto. Scontato? Assolutamente no. Riccardin dal ciuffo si inserisce, anzi, nella produzione più matura di Amélie Nothomb, con una prosa scorrevole e coinvolgente, che intriga e che seduce, che sconvolge e che sorprende, che diverte e che sbigottisce, insegnando a ragionare per vie traverse e a servirsi del cuore in modi alternativi, tanto nel leggere narrativa contemporanea di qualità quanto nella vita di tutti i giorni.

Eva Luna Mascolino

2 Comments

  1. Questa scrittrice è davvero unica, molto originale nello stile, forse per questo non tutti la capiscono e l’apprezzano. A me piace molto; vado matta, in particolare, per il suo sarcasmo pungente, a volte addirittura feroce. Mi procurerò anche questo nuovo romanzo. Le sue storie inducono sempre diverse riflessioni nel lettore, anche quando appaiono sopra le righe, esagerate, tirate troppo all’estremo.

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  2. Innanzitutto, scusami per il ritardo nel risponderti, Alessandra!
    Personalmente la penso proprio come te, è una scrittrice dal sarcasmo straordinario e che inventa storie sempre un po’ ai limiti dell’assurdo, ma non per questo sgradevoli da leggere, anzi.
    I suoi due punti di forza credo siano proprio questi, insieme a un’originalità sempre spiazzante e a dei finali da cui non sai mai cosa aspettarti! Questo è un altro piccolo capolavoro da non farsi assolutamente sfuggire: dopo che l’avrai letto, facci sapere anche tu cosa ne pensi, mi raccomando. ^^

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