È un’aria diversa quella che si respira quest’anno al Lingotto. C’è più gioia, un’atmosfera di festa oltre il solito. La gente è tantissima, si ride, si scherza, si sta bene.
L’anno che è trascorso tra l’ultima edizione e questa è stato sofferente per i fedeli amici del Salone. Si minacciava il trasferimento, l’esproprio, si temeva la chiusura. Ma il Salone ha resistito, è ancora qui, è più forte di prima.
Lo dicono i numeri, lo dice la presenza di gente, lo dice l’atmosfera simile a quella che segue ad una vittoria.
È la vittoria del Salone, di Torino, dell’editoria indipendente, della genuinità, della tradizione. L’industria asfissiante con i rigidi e freddi vincoli del profitto economico, come un Golia, è stato vinto dalla bontà della cultura, dall’entusiasmo della gente.
Quella gente che non ha voluto cedere, che oggi cammina a testa alta, fiera, entusiasta e in festa per i padiglioni del Lingotto.
Ecco perché quest’anno l’aria al Salone è più bella, più fresca.