Per una rivoluzione degli affetti, Brigitte Vasallo
(effequ, 2022 – Trad. di A. Gatti e C. Velázquez Delgado)
Parlando di relazioni fra amici, a un certo punto qualcuno tirerà fuori l’argomento secondo cui l’essere umano non è naturalmente monogamo. Non è questione di se lo farà, è questione di quando lo farà. Se una chiacchierata in tema di rotture o fidanzamenti non arriva a questa argomentazione è soltanto perché non è durata abbastanza. Gli esempi sono sempre più o meno gli stessi: «I pinguini sono monogami, gli inseparabili (i pappagallini) pure, ma noi esseri umani no. Basta guardare le scimmie dalle quali discendiamo: fanno sesso fra di loro tranquillamente, senza limitazioni. La monogamia è un costrutto sociale». Regolarmente, però, tutti i partecipanti alla conversazione, e chi ha presentato l’argomento in primis, aderiscono interamente alla monogamia. Magari perché vivono in relazioni monogame, oppure sono single, ma le loro storie, per quanto saltuarie o superficiali, seguono comunque il paradigma monogamo.
Ci sono poi persone che vivono le relazioni secondo la così detta non monogamia etica, e alcune di queste, nello specifico, si definiscono poliamoriste e le loro relazioni sono poliamorose. Potreste aver sentito parlare del poliamore, più che altro perché il suo racconto pubblico e mediatico è indiscutibilmente di moda. Tuttavia, se è piuttosto facile capire in cosa consista una relazione monogama (un solo ed esclusivo partner), è decisamente più difficile definire una relazione poliamorosa. Soprattutto se, come sottolinea Brigitte Vasallo in Per una rivoluzione degli affetti, recentemente pubblicato in Italia da effequ, molte relazioni poliamorose si portano dietro retaggi monogami. Questo avviene per una ragione sconvolgente: «la monogamia non è una pratica: è un sistema, una forma di pensiero» (p. 43.)
Brigitte Vasallo è una scrittrice e attivista di Barcellona che nel corso della sua carriera si è sempre occupata di decostruire. Lo ha fatto soprattutto con un certo tipo di narrazioni che, presentandosi in difesa dei più deboli, contribuivano invece ad alimentare discorsi egemoni violenti. I suoi lavori si sono concentrati dunque sull’islamofobia di genere; il purplewashing, ovvero l’uso strumentale e utilitaristico di temi femministi; e l’omonazionalismo (l’allineamento del nazionalismo su temi LGBTIQ+ al fine di giustificare discorsi razzisti e xenofobi, in particolare islamofobi). Anche per questa ragione in Per una rivoluzione degli affetti Vasallo non si limita a indagare il pensiero monogamo in generale, ma lo rivela e lo analizza anche laddove non ci si aspetterebbe di trovarlo: nelle relazioni poliamorose. In questo senso il titolo originale Pensiero monogamo e terrore poliamoroso, riportato nel sottotitolo dell’edizione italiana, è una vera e propria dichiarazione d’intenti.
Il saggio è strutturato in tre parti e, nonostante una prospettiva personalistica e a tratti autobiografica, riesce a conservare un certo ordine.
Nella prima parte Vasallo studia gli elementi portanti della monogamia, dalla fedeltà alla mitologia dell’amore romantico. Si tratta soprattutto di una critica puntale al sistema monogamo, il quale emerge come costruzione sociale volta a privilegiare la coppia riproduttiva. Vasallo fa notare come spesso quella che viene definita monogamia di fatto non lo sia. Cita, ad esempio, la soglia di infedeltà fra le coppie sposate, raramente posta dagli studi statistici sotto il trenta per cento. Partendo da questo dato si chiede retoricamente «cosa accadrebbe se il trenta percento delle persone vegetariane mangiasse carne di tanto in tanto» (p. 38). L’intento dell’autrice è proprio quello di sottolineare come la monogamia non sia tanto una pratica specifica, quanto un sistema generico e strutturale sorretto da un pensiero ideologico. Nello specifico, l’autrice individua gli elementi portanti del sistema monogamo nell’esclusività del rapporto, sessuale e affettivo; nel possesso, nel senso dell’appartenenza reciproca dei due partner; ma soprattutto nella gerarchia: la relazione sesso-affettiva monogama è privilegiata rispetto a tutte le altre tipologie di rapporto.
La seconda parte del saggio analizza invece il pensiero monogamo, il paradigma ideologico che sorregge il sistema. Questa parte è costituita soprattutto da un forte parallelismo fra il concetto di coppia monogama e quello di Stato-Nazione. Il “suddito” di uno stato è intrinsecamente monogamo. Il suo rapporto con la nazione è esclusivo, è un rapporto di appartenenza, e la patria in senso nazionalistico viene posta al primo gradino fra le priorità («Siam pronti alla morte l’Italia chiamò»). Tutto ciò che eccede il binarismo della monogamia deve essere escluso, in quanto sta al di là di quella che l’autrice definisce linea abissale, la quale delimita i confini del normale e dell’accettabile.
È in questa parte del testo che Vasallo traccia un preciso excursus storico sulla monogamia. Partendo dalla domanda su quando e in che modo siano state rese impraticabili le altre forme di relazione sesso-affettiva, l’autrice richiama alle antiche forme, oggi impensabili, di sesso liturgico. Sulla scorta delle opere di Silvia Federici, l’autrice individua inoltre nella recinzione delle terre comuni, avvenuta nel Nord Europa fra il XIII e il XIX secolo, una svolta importante. Questo e altri fenomeni sociopolitici, fra cui soprattutto il colonialismo, hanno contribuito a creare una violenta gerarchia razziale, che ha ricevuto come risposta una resistenza sesso-affettiva che prende il nome di libertinaggio interraziale. La monogamia, dunque, come tutti i concetti, è storicamente situato, e la sua storia è strettamente intrecciata alla sopravvivenza dello Stato-Nazione e delle gerarchie razziste. Tra l’altro, la monogamia, nella forma di famiglia civilizzata si adatta perfettamente anche alle contemporanee società neoliberali e individualiste.
La terza è ultima parte è quella più intima, in cui sin dall’inizio l’approccio autobiografico emerge maggiormente. La scrittura di Vasallo è delicata ma incisiva, la forza delle idee viene fuori spesso sospinta da un linguaggio poetico. La rivoluzione degli affetti è un saggio caldo, lontano dalla freddezza della letteratura accademica, ma dotato comunque di una certa autorevolezza, discendente più dall’energia dirompente delle argomentazioni che dalla pomposità della forma. Particolarmente apprezzabile è l’onestà intellettuale dell’autrice, che non perde l’occasione per sottolineare che le sue stesse tesi sono situate, nella sua condizione emotiva e relazionale, nella sua provenienza geografica o nel suo orientamento sessuale. La limpidezza dello stile emerge particolarmente in questi ultimi capitoli in cui l’autrice si dedica all’analisi del pensiero monogamo all’interno delle relazioni poliamorose. Vasallo parte da quelle che conosce di persona, che ha vissuto direttamente, e inizia a decostruire da lì. Interessante è l’analisi dell’ansia che i gruppi poliamorosi hanno di distinguersi dalla poligamia, nella quale l’autrice ravvisa il germe dell’islamofobia.
È in questi capitoli, più che altrove, che emerge l’intento vero del saggio. Non è uno studio teorico fine a sé stesso, ma è uno strumento pragmatico di trasformazione della realtà. Il suo scopo è, nello specifico, quello di migliorare la realtà, di ammonire le attiviste e gli attivisti poliamorosi su certi schemi di pensiero e comportamento; di far conoscere agli altri una realtà ammantata di pregiudizi e stereotipi; di mettere il benessere di persone e reti affettive davanti alla violenta formalità delle gerarchie.
Per una rivoluzione degli affetti è un saggio d’avanguardia, come d’avanguardia è la casa editrice italiana che l’ha pubblicato. Anzi, questo testo forse va pure oltre. Mentre effequ ha deciso ormai da un paio d’anni di usare la “schwa” in sostituzione del maschile generico, Vasallo ha scelto di adoperare proprio il femminile sovraesteso. Un femminile che non si vuole intendere come generico, ma come «onorifico», usato a mo’ di promemoria su quanto la questione linguistica sul genere sia ancora ben lontana dall’essere risolta. Un saggio profondo e originale, per il quale la profondità rischia però di essere un peso, in tempi in cui temi importanti vengono fagocitati dal mainstream e agitati come banderuole. È un saggio che anticipa i tempi, che apre delle porte sui grandi dibattiti del futuro, ma che purtroppo, nel presente, rischia di trovare uno spazio di serietà e concretezza soltanto nei dibattiti più piccoli.
Giuseppe Vignanello
Immagine in evidenza di Markus Winkler: https://www.pexels.com/it-it/foto/luci-modello-design-colori-12481159/
Articolo veramente interessante. Grazie.
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