Roberto Bolaño. No, io non lo conoscevo. L’ho scoperto un paio di settimane fa grazie al consiglio di un conoscente, così l’ho comprato e ho letto uno dei suoi romanzi brevi: Amuleto.
“Ti si apriranno delle strade”, aveva detto il mio conoscente e aveva ragione; mi si sono aperte delle strade, eccome. Principalmente mi si sono aperti paesaggi e idee, perché questo romanzo è pieno zeppo di immagini nascoste, metafore e suggestioni celate da un linguaggio apparentemente lineare.
Non è un libro semplice, vorrei cominciare col dirlo. Apparentemente, è la storia di una donna vagabonda di Città del Messico; conosce tutti i poeti messicani, li ispira e li accompagna nei loro viaggi e nelle loro divagazioni. Lo fa talmente bene che, in qualche modo, ne diventa “la madre”. Come se la sua presenza fissa e leggermente invadente potesse dare loro protezione, appoggio, una sorta di porto sicuro sul quale poggiarsi. Auxilio Lacouture, questo il nome della nostra protagonista, è la madre della poesia messicana, per sua stessa ammissione sin dall’inizio del libro; io invece sono arrivata alla conclusione che Auxilio è madre di molto altro e molto di più. Andiamo con ordine.
La trama si fonda su un unico evento, che poi snoda tutti i successivi (e, in qualche modo, anche i precedenti ad esso): il 18 Settembre 1968, quando i reparti militari antisommossa entrarono nell’Università Nazionale Autonoma del Messico e portarono via tutti, Auxilio si trovava nei bagni della facoltà di Lettere e Filosofia. Auxilio resiste per un periodo di tempo che appare indefinito, ricordando e sognando tutto ciò che è stato nella sua vita e tutto ciò che sarà. Sogna gli incontri con nuovi poeti, ricorda i suoi denti (ormai perduti) e gli amori che ha avuto prima di quel momento imprescindibile.
Auxilio resiste, ed è lei la madre di tutti coloro che non ce l’hanno fatta a resistere, che sono stati caricati e portati via con la forza. Auxilio, che ufficialmente non ha nemmeno un vero lavoro in università, si ritrova ad essere il simbolo della resistenza del libero pensiero, dell’istruzione, della poesia, dell’arte e della letteratura che non conoscono barriere e muri. Ed è proprio attraverso le quattro mura di un bagno che Auxilio sogna una vita ed è come se la ricordasse, in una specie di epifania che mescola la realtà con la fantasia. Come spesso accade, però, in letteratura non è importante sapere dove finisce la realtà e comincia il sogno: chi pretende di comprendere i limiti o non sa leggere, o legge con malizia.
Ho percepito una grande somiglianza tra Auxilio e Tiresia, il personaggio mitologico che viene ripreso da Thomas Eliot in The Waste Land (personaggio e opera letteraria che io amo tantissimo, che hanno segnato un grande spartiacque tra la me bambina e la me adolscente). Auxilio è una donna che conosce il Tempo, non nel senso stretto del termine: lo scorrere del tempo è una cosa talmente secondaria per lei che, in un certo qual modo, è lei la vera madre del tempo: chi riesce ad andare oltre la mera successione del tempo, che è dovuta solo al nostro modo di percepire, è il vero padrone del tempo. Perdonate la digressione teoretica.
Comunque, Tiresia è un personaggio che conosce ogni singolo tempo, e così in qualche modo è anche Auxilio: non credo infatti sia un caso che la mitologia greca venga citata in questo romanzo breve. In più, Tiresia non ha un sesso definito, e Auxilio viene descritta sì come donna, ma a me ha dato l’impressione di qualcuno che trascende il concetto canonico di “donna”: la mancanza di alcuni denti, il suo essere anziana ma caratterialmente molto infantile, alcune suggestioni che l’autore dà nei suoi riguardi mi fanno pensare a una figura molto più favolistica che fisica.
Ciò che però sorprende, ancora, di questo breve e denso romanzo è la semplicità della scrittura: se da un lato la trama nasconde così tante chiavi di lettura e metafore dalle tinte epiche, d’altro canto lo stile è asciutto, colloquiale, scorrevole. Forse un po’ di semplicità era necessaria per gestire tutti le fusioni tra passato, presente e futuro.
È stato un piacere leggere un libro così; dovrò ringraziare quel mio conoscente, che dopo questo consiglio è certamente diventato un amico.
Clelia Attanasio