Tranquillità assoluta, Antonio Francesco Perozzi
(Pidgin Edizioni, 2025)
Una coppia fa la spesa in un supermercato: tutto sembra essere nella norma, se non fosse che in questa dimensione gli esseri umani sono in grado di produrre esuvie di sé stessi, ovvero quei resti che gli artropodi (tra cui gli insetti) rilasciano periodicamente per dare spazio alla “nuova pelle”, e che rappresentano una sorta di calco del corpo precedente. Questa la trama di Servizio di smaltimento, uno dei racconti di Antonio Francesco Perozzi in Tranquillità assoluta (Pidgin Edizioni, 2025), raccolta che ha nel corpo e nelle sue possibili mutazioni uno dei suoi centri narrativi.
In queste pagine ricorrono incubi corporei da film body horror, come le misteriose lucciole impiantate sottopelle nel cranio dei dipendenti Amazon in Mal di testa, forse utilizzate come strumento di controllo. In Succhiare le labbra diventano una sorta di appendice attraverso cui ottenere piacere – come in una perenne fase orale freudiana – quasi fossero dei peni; mentre in Retrocedere lo zio del protagonista compie una metamorfosi, imbozzolandosi come un bruco. Anche quando il corpo non è “mutante”, i personaggi di Perozzi sono in un certo senso espropriati della loro corporeità, con erezioni improvvise e indesiderate, dermografismi sulla pelle, paralisi causate da pensieri negativi.
Questa mancanza di controllo sul corpo racconta metaforicamente la generazione dei trentenni, cioè di coloro che hanno vissuto la loro infanzia negli anni ’90 e della cui condizione Tranquillità assoluta è un ritratto pari per precisione a quella raccontata ne La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera di Alberto Ravasio. Il corpo è infatti ciò che ci mette in relazione con le dimensioni fondamentali dell’esistenza: il tempo e lo spazio, verso cui i personaggi di Perozzi vivono un profondo disagio. Abitano in periferie immobili – in particolare nel Lazio, da cui l’autore proviene – oppure sono intellettuali emigrati al nord che ritornano nella loro terra d’origine soltanto per le vacanze, ormai da stranieri. Il loro tempo è totalmente appiattito su un presente eterno, nel quale l’assenza o la profonda incertezza di un’apertura verso il futuro come progetto genera una mortifera Tranquillità assoluta.
Per rendere questa condizione semi-atemporale Perozzi fa irrompere la contemporaneità nella propria scrittura, citando spesso i reel di Instagram, Spotify, YouTube, Whatsapp o Tik Tok: tutti elementi che ormai fanno parte integrante della vita – quasi come delle protesi – e che per questo hanno diritto di cittadinanza nella narrazione letteraria. Anche l’attualità sociopolitica è spesso citata, con riferimenti alla guerra in Ucraina, ai prezzi del gas o al Covid-19, durante il quale è ambientato Acque.
Servizio di smaltimento – il racconto citato all’inizio – è un’altra rappresentazione di questo “non tempo” contemporaneo: lo smaltimento delle esuvie avviene all’interno di un supermercato, come per dire che il ciclo della vita inizia e si esaurisce all’interno del consumo. Le esuvie non sono che avatar illusori (il sottofondo musicale nel supermercato non a caso è Just an Illusion degli Imagination) e il soggetto si illude di essere padrone del consumo, mentre ne è piuttosto l’oggetto, dal momento che si logora assieme a ciò che acquista: tra i reparti di macelleria, pescheria e carne in scatola si inscena così il consumo di corpi morti nei confronti di altri corpi morti.
Questa sorta di cannibalismo è un altro tema ricorrente in Tranquillità assoluta e l’immagine di Crono che mangia i suoi figli (titolo di un racconto) è significativa del modo in cui questi racconti dipingono il rapporto tra individui e tra generazioni. In Goddamn you tale rapporto si traduce nell’atroce e orrorifica morte di Alb, il compagno di una piccola sezione di militanti di sinistra di un piccolo paese, ucciso per errore durante il rito primitivo di una festa patronale.
Come nello Sputacchiera, anche qui la generazione dei padri ha “fottuto” la successiva. I genitori non credono nelle possibilità di figli intellettuali che detengono una conoscenza totalmente inutile: lo scrittore di Retrocedere non viene considerato dalla sua famiglia per i suoi piccoli successi; il ricercatore universitario di Gente materiale invidia la stabilità della vita di Enzo, un ex autista con un passato da bullo sadico; infine, il protagonista di Tutorial agisce nel finale in virtù della frustrazione di non essere riconosciuto in quanto laureato in Scienze Naturali ed esperto di insetti stecco. L’intellettuale vive secondo valori inattuali in una società superstiziosa, intenta a venerare degli idoli, come il moncone di un presunto eroe del paese in Gloria di Dio. Egli è ormai membro del proletariato, si arrabatta con meccanici lavori di fortuna, attraverso cui viene chiamato a rinnegare, oltre che il proprio corpo, la propria essenza di essere pensante.
Giacomo De Rinaldis
Immagine in evidenza di Bảo Minh da Pexels


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