Per un primo approccio al romanzo storico, un vademecum

Immaginate una libreria (che sia indipendente o appartenga a una grande catena). Al suo interno, un lettore o una lettrice scruta la sezione Narrativa storica: corruga la fronte, osserva stranito una copertina fluorescente che promette “l’indagine di un tribuno della plebe tra infidi senatori, bellissime patrizie, in un Colosseo insanguinato”, soppesa un Valerio Massimo Manfredi, trascura l’ennesima giovane fanciulla destinata a raccogliere topazi o a preparare infusi in una località esotica. Alla fine, mordendosi le labbra, si avvicina al bancone. Guardando in basso, sussurra: “Vorrei leggere un romanzo storico. Cosa mi consiglia?”

È raro, ma accade: la risposta è articolata, entusiasta, originale. Il lettore esce dal negozio con un’opera inaspettata, che lo farà emozionare e gli darà quello che cerca.
Purtroppo, è molto più probabile che il commesso o la commessa sgrani gli occhi, rifletta un poco e suggerisca alcuni titoli standard, equilibrati: La Storia, I pilastri della terra, La lunga vita di Marianna Ucrìa. Oppure, ma è una situazione grave, che speriamo non accada mai, il lettore esce dalla libreria con il libro fluorescente o la raccoglitrice di topazi.
Come può, il lettore inesperto, orientarsi in questa selva di libri, di storie d’amore, di guerre, di personaggi storici?

Proviamo a rispondere alla prima domanda, la più semplice, la più banale: che cos’è, effettivamente, il romanzo storico?
È difficile trovare una definizione univoca. Sappiamo, grazie ai ricordi dei tempi di scuola, che Ivanhoe di Walter Scott è considerato il capostipite del genere. Abbiamo sentito parlare di Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, forse abbiamo addirittura espresso il desiderio di leggerlo. Conosciamo Il nome della rosa (il film) e suggeriamo Il nome della rosa (il libro), pensando forse all’affascinante Sean Connery piuttosto che a Umberto Eco.

Possiamo dire, in sintesi, che ciò che caratterizza il romanzo storico è:

  1. l’ambientazione: la vicenda si svolge nel passato, dall’antichità all’età contemporanea.
  2. la verosimiglianza: lo scopo del romanzo storico è descrivere verosimilmente una società o un evento storico, con i suoi usi e costumi, mantenendo ove possibile l’aderenza alla realtà storica e alle fonti.

Potremmo fare altre precisazioni, stabilire un limite temporale oltre il quale il romanzo guadagna l’aggettivo “storico”, eliminare i romanzi che presentano elementi troppo fantasiosi, stabilire i sottogeneri “degni” di rientrare nel novero, ma questa operazione porterebbe all’eliminazione di romanzi decisamente di valore.

Esistono, innanzitutto, i classici-storici. Il più famoso, tra questi, è senza dubbio La Storia di Elsa Morante. Ma possiamo aggiungere altri titoli: La trilogia dell’Altopiano di Mario Rigoni Stern, La tregua di Primo Levi, Una questione privata di Beppe Fenoglio, Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Furore di John Steinbeck.
La loro atipicità sta nel rapporto temporale fra autore e opera: al momento della pubblicazione i romanzi trattavano di eventi appena passati o ancora in essere, ma oggi, proprio in virtù del loro status di classici, sono considerati grandi affreschi del passato.

Ci sono, poi, gli storici-classici. Si tratta dei romanzi storici più famosi: Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, Il nome della rosa di Umberto Eco, Giuliano di Gore Vidal, Augustus di John Williams, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Qui la distanza temporale fra autore e materia trattata è ampia, il canone del romanzo storico è pienamente rispettato.

Un gruppo dalla forte identità è quello degli storici-commerciali. Parliamo di romanzi ad ambientazione storica che hanno avuto — o stanno ancora avendo — un forte successo di pubblico: Memorie di una geisha di Arthur Golden, che ha ispirato innumerevoli libri sul Giappone e sulle geisha, Il dio del fiume di Wilbur Smith, Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne.
Per la loro stessa natura, i romanzi storici-commerciali suscitano la diffidenza dei puristi.

C’è, infine (voglio escludere da questa brevissima guida la letteratura di genere in salsa storica, a mio avviso non significativa), il gruppo di romanzi storici che preferisco: i romanzi-con-la-Storia.
Paradossalmente, i romanzi storici più belli che mi sia capitato di leggere si nascondevano all’interno di libri che non vengono solitamente presentati come romanzi storici, nel senso più tradizionale del termine. Opere come Canale Mussolini di Antonio Pennacchi, La primavera del lupo di Andrea Molesini, o La masseria delle allodole di Antonia Arslan.

Torniamo al nostro lettore impalato davanti allo scaffale dei romanzi storici. Il mio consiglio è che si allontani dallo scaffale, dove difficilmente troverà quello che cerca, e cominci a spulciare tra gli scaffali della narrativa classica. I romanzi con la Storia non hanno bisogno di targhette speciali.

 

Sonia Aggio

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