Il nuovo mondo, Aleš Kot, Tradd Moore, Heather Moore
(Saldapress, 2020 – trad. di M. Innocenti)
Il nuovo mondo immaginato da Aleš Kot e disegnato da Tradd Moore è una distopia, e come tutte le distopie più catastrofiche ha delle origini (letteralmente) esplosive: nel 2037 gli Stati Uniti diventano infatti bersaglio di un bombardamento nucleare ad opera di un milite ignoto, cui segue un periodo di guerra e invasione da parte di diverse potenze straniere, fino alla totale perdita di autonomia dell’America. L’unica realtà nazionale che riesce a mantenere l’indipendenza è la Nuova California, un glorioso, scintillante, psichedelico enclave circondato da immense mura dove le persone vivono felici e contente nel rispetto dei veri valori americani. Un paradiso. Morboso, alienante e violento, ma pur sempre un paradiso.
Ed eccolo qui, il nuovo mondo: un paese circondato da mura. La Terra al di fuori del confine, bombardata e sottomessa alla supremazia straniera, non viene mai mostrata. Però la Nuova California c’è ed è bellissima, iper-tecnologica, vivace, colorata e piena di contraddizioni. Per assicurarsi che i cittadini abbiano sempre qualcosa con cui intrattenersi, il governo ha messo in piedi un programma televisivo di grande successo, in cui tutti possono seguire le avventure reali dei più forti poliziotti della nazione. Ogni volta che il criminale di turno viene catturato, scatta il televoto: sta ai cittadini infatti decidere se il malcapitato debba essere processato oppure giustiziato in diretta televisiva. O almeno così sarebbe se la più amata star del programma, Stella Maris, non si rifiutasse di uccidere le sue vittime.
Al di là dell’affascinante mondo distopico pseudo-fascista e iper-tecnologico, la storia di Stella si delinea attraverso un sottile e ben riuscito lavoro di sceneggiatura, che riesce a muoversi a cavallo degli stereotipi di genere senza però cedervi mai. Primo tra tutti, spicca il rischio di ricadere in una storia d’amore banale e superficiale. Il nuovo mondo racconta infatti due anime in fuga dalla luminosa Nuova California: da una parte Stella Maris, che a un certo punto cede di fronte alle pressioni di una vita che non ha mai voluto, dall’altra l’hacker anarchico Kirby Shakaku Miyazaki, che ha progettato una rivoluzione e ora è nel mirino del governo. Stella e Kirby si conoscono a una festa, hanno un rapporto passionale ed effimero, e poi si ritrovano per un gioco del destino non troppo casuale a fuggire sulla stessa auto verso il muro, l’esterno, il mondo.
La storia d’amore nel complesso funziona, anche se un minimo di superficialità nella delineazione del rapporto tra Stella e Kirby è inevitabile. Gli eventi si susseguono con ritmo adrenalinico, quasi cinematografico, e va da sé che il tempo di entrare nel merito di una relazione sentimentale è piuttosto ristretto. Nonostante professino grandi sentimenti, l’impressione è quella di due ragazzi soli che si appoggiano l’uno all’altro per fare qualcosa che altrimenti non avrebbero mai potuto fare: abbattere le regole del proprio mondo, sostenersi a vicenda, e possibilmente essere felici.
Il nuovo mondo non è però solo una storia d’amore. È un grande calderone, in cui si mischiano insieme critiche sociali e politiche, riflessioni sul potere dei media, sull’illusione della felicità e della sicurezza nazionale, sui giochi di potere, sulla tecnologia. Molti riferimenti strizzano l’occhio alla cultura pop odierna, o agli aspetti più controversi del nostro modo di vivere, come la diffusione del cosiddetto “Internet delle cose”. La storia in sé fluisce tra le pagine con naturalezza, attraverso l’accurato lavoro di sceneggiatura di uno degli autori più promettenti del panorama fumettistico odierno, Aleš Kot.
Una storia che comunque non sarebbe riuscita altrettanto bene senza il contributo determinante di un maestro del disegno come Tradd Moore e della colorista Heather Moore. Basta sfogliare le pagine per essere inondanti dalla luce psichedelica delle immagini, una deflagrazione di colori sgargianti che danno corpo a un disegno pulito, privo di sbavature e ricco di dettagli. Il disegno talvolta sfonda il limite della vignetta, colpendo il lettore con esplosive splash page o sequenze in cui le immagini si fondono insieme. Talvolta le vignette diventano puro colore, e i contorni delle illustrazioni si riducono a forme astratte, altre volte le tavole sono ricche di dettagli così minuziosi che l’occhio umano non riesce a coglierli tutti.
Il nuovo mondo non è un’opera perfetta. Si inserisce in un contesto letterario, quello della distopia, che ha avuto in passato e continua ad avere ancora oggi una tale fortuna da non poter mirare alla totale originalità. I personaggi principali e secondari, per quanto ben delineati e psicologicamente realistici, rimangono in linea con quello che il lettore si attende fin dalle prime pagine. Non c’è mai un vero senso di sorpresa, almeno sotto l’aspetto narrativo, ma questo non toglie a Il nuovo mondo il suo potere di ammaliare il lettore. Il ritmo martellante non lascia mai un attimo di respiro, le sfumature ingloriose del governo pseudo-fascista spaventano e affascinano insieme, e i disegni contribuiscono a costruire un immaginario diverso, quasi eccessivo, che conferisce all’opera un’atmosfera unica.
E poi c’è la bellezza di un finale perfetto. Quello però lo lascio a chi avrà il piacere di iniziare la lettura.
Anja Boato