I diari bollenti di Mary Astor: il grande scandalo a luci rosse del 1936, di Edward Sorel
(Adelphi)
Prima ancora di essere conosciuto nelle vesti di scrittore, Edward Sorel è un famoso graphic designer e un ottimo illustratore, originale e talentuoso nelle sue caricature e nei disegni spesso ironici (se non irriverenti) con cui abbellisce le copertine di testate come The New Yorker, The Nation o The Atlantic. Il suo debutto in libreria risale ai primi anni ’60, e da allora non ha mai scisso l’aspetto più narrativo e letterario delle sue opere dall’elemento grafico, principale cavallo di battaglia di Sorel. È innegabile che anche I diari bollenti di Mary Astor, sua prima vera pubblicazione a essere tradotta in italiano, attiri inizialmente l’attenzione grazie all’aspetto più meramente grafico.
La copertina ricorda la prima pagina di un giornale, lo scandalistico quotidiano Daily Mirror, con un titolo accattivante e due volti famosi sorpresi dallo scatto di un paparazzo. Quegli stessi volti sono in realtà stati disegnati da una mano esperta con tratti un po’ caricaturali, divertenti e piacevoli alla vista: un ottimo biglietto da visita per introdurre il lettore all’immersione in un romanzo illustrato, con la promessa di poter gustare numerose altre tavole di uguale valore artistico.
Copertina e titolo non sono però casuali: Mary Astor è stata una vera star hollywoodiana degli anni ’30-’40, vincitrice del premio Oscar per il suo ruolo secondario in La grande menzogna e protagonista di numerose testate giornalistiche a causa del grande scandalo che l’ha vista coinvolta in un processo giudiziario senza esclusioni di colpi. Il divorzio con il suo secondo marito, Franklyn Thorpe, è diventato infatti una battaglia agguerrita attorno all’affidamento della figlia Marylyn. Lo scontro privato si è trasformato ben presto in una seguitissima faccenda di dominio pubblico, non appena sono stati coinvolti gli scabrosi e piccanti segreti di Mary (trascritti impudentemente in un diario finito nelle mani sbagliate), l’attenzione maniacale della stampa e il terrore del grande mercato hollywoodiano per ciò che poteva trasparire dalle personali confessioni dell’attrice, non ultima una succulenta pagella meritocratica sulle prestazioni amatoriali dei divi del grande schermo.
Edward Sorel stava togliendo il linoleum marcio dal suo nuovo appartamento, quando è entrato in contatto con una serie di vecchi giornali risalenti al 1936, usati dai precedenti proprietari per pareggiare le assi del legno. Molte copertine erano dedicate a Mary e al suo scandalo a luci rosse, risvegliando in Sorel un certo interesse verso la sua figura un po’ ambigua e verso la controversa biografia di un’attrice né troppo brillante né troppo sottovalutata dall’industria hollywoodiana. L’idea di dedicarle un libro è nata così, ma prima di trovare il tempo e l’occasione giusta per portare a termine il progetto è dovuto trascorrere mezzo secolo. Oggi la storia di Mary torna sotto i riflettori in un periodo in cui l’industria cinematografica è nuovamente al centro dell’attenzione mediatica per scandali sessuali spesso connessi ad accuse di violenza.
Sorel non si limita a riportare la storia di Mary in una statica biografia, anche se arricchita da splendide illustrazioni, nonostante l’opera si rifaccia chiaramente al genere. L’autore preferisce invece approfittare delle controverse svolte della vita dell’attrice per narrare alcuni episodi significativi della propria personale storia e trovarvi dei parallelismi con quella di Mary. Accanto quindi alla narrazione biografica più canonica troviamo dei piacevoli excursus sulla vita dell’autore, che non sono solo degli apprezzabili diversivi dall’altrimenti monotona e lineare vicenda centrale, ma anche l’occasione giusta per approfondire meglio il vero legame che intercorre tra Sorel e la sua passione per Mary Astor.
L’opera ha quindi il pregio di uscire spesso dagli schemi della statica forma biografica, grazie a un coinvolgimento diretto dell’autore che non passa solo attraverso questi parallelismi con la sua vita privata, ma anche tramite commenti e impressioni personali su Mary, sulla sua personalità, sul suo talento e sulle sue scelte. Sorel in qualche modo entra nella vita dell’attrice superando le barriere a-personali del narratore esterno e arrivando fino al punto di fingere di averla personalmente incontrata, nella forma surreale di un fantasma, per porle direttamente alcune domande rimaste in sospeso.
Al di là degli elementi più personali e fantasiosi del romanzo, l’autore si è accuratamente documentato sulle vicende di Mary, mettendo a frutto la sua personale ossessione per questa figura così controversa e scandalosa: guardando a più riprese i film da lei girati, ma anche procurandosi la sua autobiografia e le altre opere scritte da Mary durante gli ultimi anni di vita, raccogliendo ogni documento o articolo sulla vita di chi le è stata attorno, e parlando personalmente con sua figlia, ormai anziana ma ancora in buona salute. Il risultato è un accurato affresco dell’Hollywood degli anni ’30, avida e opportunistica, sottomessa alle logiche dello star system, della stampa scandalistica e dell’ostentazione. Il tutto riflesso nelle vicende di una bambina mandata in pasto agli squali dell’industria cinematografica da un padre approfittatore e severo, cresciuta tra folli amori sensuali, matrimoni fallimentari, tradimenti, film di serie B e alcuni grandi successi.
I diari bollenti di Mary Astor è in definitiva una piacevole e leggera lettura, il cui più grande pregio si spinge oltre gli aspetti prettamente narrativi e riguarda in primo luogo l’elemento grafico, come già sottolineato, grazie al susseguirsi di 50 splendide tavole che decorano una vicenda intrigante e ben scritta, con uno stile semplice ma godibile.
(di Anja Boato)