Nel XXI secolo i rapporti umani sono una questione di “Lealtà”

Lealtà di Letizia Pezzali

(Einaudi 2018)

lealtà_pezzaliLealtà è una parola dal suono dolce, estremamente eufonica, eppure a un passo dal diventare desueta: non capita spesso di usarla nel linguaggio di tutti i giorni né tantomeno in un contesto sentimentale.

Tuttavia è proprio Lealtà il titolo dell’ultimo romanzo di Letizia Pezzali edito da Einaudi. L’autrice ha esordito nel 2012 con L’età lirica, finalista al Premio Calvino nel 2011 e questa sua seconda opera è rapidamente diventata un caso editoriale.

Il segreto del successo di Lealtà sta proprio nell’accurato equilibrio tra il contemporaneo – la narrazione parte all’indomani del referendum del 2016 che sancisce la Brexit – e il desueto: più volte nella storia si fa ad esempio riferimento al romanzo di Beppe Fenoglio La paga del sabato, un’opera di nicchia e poco conosciuta che appare tuttavia attualissima e naturalmente legata alla storia protagonisti.

Anche la trama del romanzo si regge su un contrasto: al centro della vicenda c’è infatti la vita sentimentale della protagonista Giulia, che ricorda la sua tormentata e appassionata relazione con un uomo sposato molto più vecchio di lei mentre vive la sua quotidianità nel contesto letterariamente insolito di Canary Wharf, il quartiere di Londra dove lavora in una prestigiosa banca d’affari.

Il linguaggio dell’amore e del desiderio è qui strettamente legato a quello dell’economia: in apparenza questo accostamento è quanto di più antitetico possa essere pensato, ma Letizia Pezzali riesce a renderlo naturale. I lettori di Lealtà scoprono che anche chi lavora nella finanza ama, freme e vive, e per chi è abituato all’immagine stereotipata dell’economista dedito solo al lavoro questa potrebbe essere una rivelazione. D’altra parte l’autrice descrive una realtà che conosce bene, in quanto lei stessa ha lavorato in una banca d’affari a Londra prima di dedicarsi alla letteratura.

La straordinarietà di Lealtà risiede dunque nella maestria con cui l’opera concilia la narrazione dei sentimenti e della contemporaneità: Giulia e il suo amante parlano molto tramite messaggi telefonici, email e conversazioni su Facebook, ma la loro comunicazione non è meno problematica e tormentata che se si scrivessero lettere d’amore, la tecnologia si integra con naturalezza nel loro rapporto.

Nella frenesia della vita quotidiana della sua protagonista, Lealtà racconta una storia tramite pause e digressioni che sono valse all’autrice l’essere paragonata a Milan Kundera. In una realtà che sembrerebbe non lasciare a chi la vive lo spazio per riflettere, Giulia analizza la sua ossessione e la natura del suo desiderio senza indulgenza e senza tralasciare alcuna piega della sua anima. Questo aspetto dell’opera è chiaro fin dall’incipit:

Il desiderio non si impara. Ognuno tira fuori quello che ha. Non tutto insieme, non con un ritmo regolare. Il desiderio esce da noi a caso, a tratti, magari in occasioni poco spettacolari. Basta un niente. Da quel momento sappiamo la verità: vogliamo certe cose e non altre.

In questo scenario di rivalutazione e accettazione dei sentimenti per quello che sono, la lealtà si impone come miglior rapporto sincero possibile tra due esseri umani, più sincero anche della fedeltà. Per questo il suo amante chiede a Giulia: Se parlerai di noi, fallo con lealtà. Le ragioni sono spiegate dalla protagonista stessa:

Penso alla lealtà. Esiste una parola più nobile, per definire un rapporto tra due persone? La parola amicizia oggi ha perso molto del suo significato, diventando un sinonimo di contatto, di rete, di connessione. La parola amore si porta dietro tutto il peso della storia: la storia del cuore, fatta di emozioni impraticabili, di sentieri a strapiombo, di aperture inattese e di improvvise segregazioni. Di sangue. La parola lealtà invece mantiene una schiettezza, mostra tutti i suoi legami con la sincerità, la giustizia, l’apertura. È troppo astratta? È troppo difficile? Porta con sé dei rischi? La lealtà talvolta mostra le venature dell’attaccamento e dell’eccessiva devozione.

Lealtà è in definitiva il romanzo giusto da leggere per incontrare un’autrice che riesce ad esprimere con precisione concetti che sono più facili da percepire che da spiegare: una dote, questa, che accompagna da sempre la migliore letteratura.

(di Loreta Minutilli)

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