“Novena”: a caccia di fantasmi con Marco Marrucci

Novena, Marco Marrucci
(2021, Racconti Edizioni)

Nel 2018 i racconti di Marco Marrucci sono approdati per la prima volta in libreria grazie a Racconti Edizioni. La raccolta si chiamava Ovunque sulla terra gli uomini ed era in grado di catturare dalle prime righe con uno stile maturo e incalzante. Da alcune settimane Marrucci è tornato sugli scaffali con Novena, una seconda raccolta di racconti che si pone fin dalla struttura in continuità stilistica e di contenuti con l’esordio.

Nove racconti che abbracciano il mondo dall’Antartide alle Filippine passando per Torino, Berlino e altri luoghi: l’autore di Novena indaga gli angoli più remoti del mondo in una personalissima caccia ai fantasmi. Il filo, sottile e a sua volta quasi impalpabile, che lega insieme le nove storie è infatti l’invisibile e la sua ingombrante e scomoda presenza negli aspetti più quotidiani della vita.

La presenza di qualcosa di classificabile come altro emerge chiaramente già in Noi che restiamo a Palmer, il racconto di apertura, ed ha un ruolo altrettanto esplicito in Natale, che conclude la raccolta. Il tema ritorna in Torino blackout e viene declinato secondo diverse sfumature in tutti gli altri racconti.

I fantasmi di Marrucci non sono intangibili ectoplasmi e lasciano un’impronta nel mondo fisico: i personaggi riescono a tendersi fino quasi a toccarli, ma conoscerli è impossibile. In questo contesto la Novena del titolo assume un significato profondamente spirituale e inserisce i racconti nel quadro della narrazione dell’attesa. Quel che si attende spazia dalla morte, come in Possono colpire in qualsiasi momento e in Fogli rinvenuti in una gabbia per cani, al fallimento, come in Prima del Mariinskij; a volte è solo la fine della storia, come in Non lo dirò a nessuno, e a volte ancora è la fine e basta, come accade in Spettabile dottor Wainaina.

Per aspettare qualcosa di inconoscibile bisogna avere fede, e la fede è un altro tema portante di Novena. Ha fede la ballerina che si cosparge il corpo di cadaveri di animali in Prima del Mariinskij, e ha fede il corriere che attraversa una moltitudine di stanze senza fine apparente pur di consegnare un pacco urgente allo Spettabile dottor Wainaina. Come nella vita vera è impossibile sapere se la nostra fede è stata ben riposta, nei racconti di Marrucci la narrazione si ferma appena un attimo prima del disvelamento, dove il mistero è più fitto e l’abbandono al corso degli eventi deve essere totale. Il narratore pretende a sua volta una fiducia assoluta e la necessita di accordarla rende l’esperienza di lettura attiva e coinvolgente.

Si potrebbe essere tentati di classificare alcuni di questi racconti come surreali: a trame verosimili si alternano infatti atmosfere oniriche ed elementi fantastici. Il principio di realtà, tuttavia, si impone con forza sull’immaginario del lettore: stiamo leggendo di persone vere; i momenti in cui la loro fiducia nella realtà vacilla potrebbero interessare chiunque di noi, per quanto remote sembrino le circostanze.

Come in Ovunque sulla terra gli uomini, infatti, Marrucci conferma un gusto per le ambientazioni esotiche e distanti: quasi tutti i racconti (fa eccezione Torino blackout) hanno luogo in angoli di mondo remoti. A volte tale scelta è funzionale alla trama, altre volte sembrerebbe gratuita, ma si rivela poi immancabilmente necessaria. Il corriere protagonista di Spettabile dottor Wainaina avrebbe potuto consegnare il suo pacco a Firenze o a Milano, certo, ma l’immagine labirintica e sterminata di Lagos si presta bene a ospitare la bizzarra vicenda del racconto. Allo stesso modo Prima del Mariinksij gioca sugli stereotipi di sangue e dolore del mondo della danza classica in Russia e in tutti i racconti i luoghi sono dei protagonisti a volte silenziosi, ma fondamentali.

Lo stile di Marrucci è quello di un narratore esperto, disinvolto, da cui è piacevole lasciarsi guidare nei meandri della complessa impalcatura narrativa che tiene insieme i racconti di Novena. La quasi totale assenza di dialoghi contribuisce a creare l’impressione di un racconto globale, un viaggio che potrebbe somigliare ad una inusuale fiaba della buonanotte, a tratti bizzarra, a tratti feroce. L’autore gioca con i generi e gli stili, passando dal monologo al diario per forme di narrazione più classiche, e in questo continuo spostarsi e sperimentare trova una voce inconfondibile, che speriamo di poter presto continuare ad ascoltare.    

Loreta Minutilli

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