Educazione sentimentale in strada

La vita dispari, Paolo Colagrande
(Einaudi, 2019)

coverTra i finalisti della 57esima edizione del Premio Campiello troviamo anche Paolo Colagrande con La vita dispari. Nel romanzo, un anonimo narratore raccoglie la testimonianza e i ricordi dello zio Vilmer Gualtieri riguardanti un suo amico d’infanzia, tale Buttarelli detto Buz (e questo è tutto ciò che sapremo di lui, non ne scopriremo mai il nome), partendo da una sua apparizione incredibile perché successiva all’effettivo momento della sua morte.
Si approfitta poi di questo evento per ritornare – non senza digressioni e circonvoluzioni – all’infanzia di Buttarelli e raccontarne la formazione.

La storia riparte dalla scuola elementare Dioscoride Polacco, diretta dall’inflessibile Maribèl, donna altissima, imponente, disgustata dagli allievi. Per il piccolo Buttarelli la direttrice rappresenta un nemico, che lo punisce soprattutto sul piano dell’alimentazione, costringendolo a mangiare una doppia razione dei cibi che lo disgustano. Ma è anche una donna che si adatta al suo modello ideale, che prevede una coppia formata da un minuscolo maschio e da una femmina gargantuesca.

Negli anni della scuola si manifesta anche quella che dovrebbe essere la caratteristica principale di Buttarelli: un’incapacità di leggere le pagine a sinistra (con il numero pari) nei libri. Tra elementari e medie questo aspetto rappresenterà una fonte di problemi per il protagonista, ma in seguito verrà silenziosamente accantonato.

Dal periodo delle scuole superiori in poi, centrale nella vicenda sono l’amore e la sessualità: le donne irrompono nella vita di Buttarelli imprimendole direzioni sempre diverse, in un’alternanza di incredibili successi e sconfitte desolanti.

La vita dispari è una strana commistione di Bildungsroman e humour nero. Il romanzo scivola presto nella dimensione della parodia, come evidenziano i nomi sia dei personaggi (Maribèl, Alboina, Berengaria, il sopraccitato Vilmer Gualtieri, Fulgenzio, Venanzio) che dei luoghi (strada Furio Muratori, scuola Dioscoride Polacco).
Allo stesso fine si prestano le iperboli, le specificazioni che trovano grande spazio nel testo. Una menzione merita la lista dei cibi aborriti dal Buttarelli, ogni volta ben specificati ed elencati con la medesima precisione.

La crescita di Buttarelli è segnata da tappe assurde, ridicole e disperanti a un tempo, che esulano totalmente dal realismo. La sua evoluzione dipende dal rapporto con il sesso femminile in tutte le sue declinazioni, dal trauma della direttrice Maribèl alle relazioni con le compagne di classe al rapporto con la madre al matrimonio e alla paternità (di una figlia femmina). Da un certo punto di vista, si può pensare che i problemi relazionali di Buttarelli siano circoscritti soltanto ai rapporti con le donne, dato che dalla fine delle scuole il protagonista sembra inserirsi senza particolari problemi nel mondo “reale”.

Rimane quindi il sospetto che l’antipatia tra Buttarelli e il mondo come siamo soliti considerarlo non sia così profonda come ci viene suggerito. Dopotutto il protagonista nell’età adulta non si comporta in modo particolarmente “strano”, ma interagisce con sufficiente successo con colleghi, famiglia e amici.

Lo stile, infine, si adatta perfettamente a una vicenda sopra le righe. Il narratore racconta e commenta la vicenda di Buttarelli passo per passo, come se stessimo conversando dal vivo. Da questo derivano le digressioni e i ritorni in carreggiata, le spiegazioni, le rielaborazioni, gli intercalari come “diciamo”, “quello che voglio dire”, che per me, tuttavia, spezzavano sgradevolmente la narrazione.
Il lessico è contorto, complesso; persino i tentativi di fare chiarezza si concludono in un garbuglio.

In sintesi, La vita dispari è un romanzo che non può piacere a tutti, soprattutto per lo stile pirotecnico e per l’assurdità che permea l’intera vicenda. È un esperimento intrigante, che tenta con più o meno successo di rielaborare in chiave parodistica alcuni grandi temi: la religione, la famiglia, l’estraneità, l’amore, il sesso.

Sonia Aggio

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