La ballata del letto vuoto, William Wall
(Nutrimenti, 2022 – Trad. di Stefano Tettamanti)

«I woke up this morning with an awful aching head
My new man had left me, just a room and an empty bed»
Così cantava Bessie Smith nel 1928, raccontando la solitudine di un abbandono. Accade spesso che la musica sappia spiegare molto meglio di qualunque altra forma artistica il dispiegarsi di sentimenti complessi come quelli che scaturiscono da un tradimento, e forse proprio per questo William Wall ha deciso di prendere in prestito il titolo di questa canzone per il suo ultimo libro: La ballata del letto vuoto.
La protagonista è Kate – un’insegnante irlandese, appassionata di Joyce – che dopo la morte improvvisa del marito si ritrova completamente sommersa dai debiti. All’angoscia di dover far fronte a questa situazione, si somma la certezza che suo marito la tradiva: una bellissima donna le consegna infatti un mazzo di chiavi, che dopo alcune ricerche condurranno Kate in una casa a Camogli, luogo in cui l’uomo conduceva una doppia vita insieme all’amante. Arrivata in Italia, la protagonista si troverà ad elaborare il proprio lutto, aiutata dalla compagnia di Anna, un’anziana vicina di casa dal carattere forte, con un passato da ex staffetta della Resistenza. La sua profonda e immediata amicizia aiuterà Kate a rimettere insieme i pezzi della propria vita; le strade e le facce degli abitanti di Camogli faranno il resto.
In questo romanzo, Wall sviluppa e riprende alcune tematiche che erano già apparse in altri lavori. La figura di Kate assomiglia per certi versi a quella della protagonista di Ceneri e pezzi di carta, racconto pubblicato in italiano sul quinto numero della nostra rivista. Anche in quel caso, al centro della narrazione c’era infatti una vedova sommersa e disorientata dai debiti – e già si respirava quell’atmosfera dolceamara che pervade La ballata del letto vuoto – mentre alcune dinamiche familiari e la presenza ricorrente di una natura violenta, a tratti devastanti, ricordano lo scenario irlandese di Il turno di Grace, primo romanzo dello scrittore pubblicato in Italia.
Il mare in particolare sembra avere sempre un ruolo chiave nei suoi lavori, un elemento naturale che è in grado di portare conforto, ma anche distruzione («Davvero fino a oggi sono stata così solida che niente mi disturbava? Anche la terra qui viene sconvolta dal mare. Il mare si mangia la terra, ha detto Anna» (pag. 86))
La ballata del letto vuoto riflette anche su un altro tema caro a Wall, ovvero quello della capacità che la lingua ha di plasmare la nostra mente. Ne Il turno di Grace, il discorso attorno alle parole era incentrato sul ruolo che esse hanno nel costruire i ricordi, in particolari quelli risalenti all’infanzia («Le parole hanno quel modo di invadere la memoria, le storie che ci raccontano diventano le nostre storie»); in questo caso, è come se Kate, attraverso l’apprendimento della lingua italiana, riscrivesse la sua esperienza di tradimento e abbandono, come una strategia per elaborare il lutto. Imparando l’italiano riesce in qualche modo ad incanalare le sue emozioni – che sono spesso violente, caratterizzate da improvvisi momenti di ira e disprezzo per il suo defunto marito.
È proprio la necessita di liberarsi di tutte questa rabbia che rende ancora più necessario l’apprendimento di una nuova lingua. L’italiano non è solo sinonimo di tenerezza e passione, ma può anche essere violento e liberatorio:
«Vedo che la lettera comincia così, Mia carissima. L’italiano è una lingua talmente bella, dico. Non esiste una lingua capace di esprimere così bene l’affetto. Esprime molto bene anche il contrario, dice Anna Ferrara. Al che comincia a elencare tutte le parole che secondo lei non devo pronunciare per nessuna ragione: gnocca, figa, cazzo, porcodio. Ansima un po’, poi ridacchia come una ragazzina, mi pizzica il braccio. […] O Dio, dice, come è bello dire quello che non si può dire» (p.118).
Kate impara a dare voce al suo dolore tramite quella nuova lingua che conosce ancora poco. Il lungo e articolato processo che la porta a imparare l’italiano è in qualche modo il simbolo della sua rinascita: è come se la sua mente costruisse lentamente una nuova identità.
Oltre alla storia di Kate, che compone la parte principale del romanzo, la trama si sviluppa poi in alcune vie secondarie, che si intrecciano con il racconto storico e politico dell’Italia della Resistenza. Uno dei libri che Anna dona a Kate è proprio Come va il tuo cervellino. Lettere sull’amore per lo studio, di Antonio Gramsci, un testo che oltre che si rivelerà sorprendentemente intimo e capace di risvegliare anche alcuni ricordi sepolti («Sono consapevole degli echi, delle voci di bambini, delle faccende domestiche, di tutte e urgenze dell’assenza. […] Ma è tutto nella mia testa. O nel mio cuore. Dov’è mia madre?»)
La ballata del letto vuoto è quindi un romanzo che si pone in piena continuità con la produzione di Wall – e che risuona anche come un’appassionata dedica all’Italia – ma che allo stesso tempo approfondisce il tema del lutto, raccontandolo come se si stesse suonando una lenta ballata agrodolce. Per Kate, la strada verso la serenità non sarà un rettilineo (e anzi, spesso ci saranno strappi e ripartenze a scatti, proprio come quelle del vecchio maggiolone giallo di Anna), ma alla fine dimenticare sarà possibile. Così, il finale porterà lacrime e risate, realizzando ciò che diceva Emily Dickinson:
«Heart! We will forget him! You and I – tonight”»
Francesca Rossi
In copertina: Foto di Ioanna Koukoura da Pexels
Splendida recensione 🙏❤!
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