“Il pittore fulminato”: la magia del Sud America di César Aira

Il pittore fulminato, César Aira
(Fazi, 2018 – trad. R. Schenardi)


Nominare César Aira potrebbe non dirvi molto, ma dietro questo nome troviamo uno degli scrittori sudamericani contemporanei più importanti e apprezzati al mondo.
Scrittore prolifico, capace di pubblicare fino a quattro libri l’anno, nato nella provincia di pittore-fulminato-673x1024Buenos Aires nel 1949. Carlos Fuentes giurava che Aira sarebbe diventato il primo argentino a vincere il Nobel; Roberto Bolaño lo definiva “tra i tre o quattro migliori scrittori in lingua spagnola di oggi”, e lo poneva all’incrocio tra Witold Gombrowicz, Raymond Roussel e Enrique Vila-Matas.

I suoi romanzi, con rammarico, non sono molto noti in Italia, e quel poco che di lui è tradotto si deve soprattutto all’egregio lavoro di SUR edizioni e prima ancora a qualche edizione Bompiani e Feltrinelli ormai difficile da reperire. Oggi, primo marzo, Fazi Editore porta in libreria uno dei suoi romanzi più apprezzati, Il pittore fulminatoche, come riporta il titolo originale, ripercorre un ‘episodio nella vita del pittore viaggiatore’.

Il pittore in questione è Johann Moritz Rugendas, pittore tedesco realmente vissuto nel XIX secolo, il quale ha trascorso gran parte della sua vita viaggiando per il Sud America in compagnia del suo fedele collega e amico Krause, nella ricerca di “catalogare i paesaggi e i tipi umani del Rìo de la Plata” secondo il suo sguardo etnografico e la sua formazione naturalista.
Dal copioso carteggio di Rugendas, Aira recupera dai meandri della storia una serie di interessanti e quasi perdute vicende, e così riporta Rugendas in vita, mostrando al lettore alcuni infausti, incredibili episodi del suo viaggio.

Se dapprima la storia di Rugendas viene ripresa da lontano, con stile documentaristico che potrebbe vagamente ricordare la fittizia enciclopedia borgesiana, pian piano l’obiettivo ottico viene stretto, e la scena ci appare sempre più vicina. I protagonisti, che abbiamo iniziato a conoscere da nozioni generali, ecco che ci appaiono in divenire, presi nelle loro riflessioni sul senso e lo spirito dell’arte, sulla natura, fino a che gli eventi cambiano lo scenario, realizzando quello che il titolo già presagisce.

Da qui in poi tutto sarà diverso, l’esperienza si fa quasi onirica, e ci chiediamo cos’è che ci sfugge, qual è il tassello mancante che fa avvertire qualcosa di inconsueto e innaturale nell’aria. Un onirismo che, pur ricordando in apparenza l’immaginario di Márquez nelle ambientazioni, fa pensare, in un interessantissimo connubio, quasi al realismo magico mitteleuropeo (non a caso Bolaño citava Gombrowicz), dove la calma e la lentezza diventano tensione come nel miglior Lernet-Holenia, come perfettamente avviene nelle pagine finali.

Il viaggio di Rugendas diventa anche il viaggio del lettore in un Sud America selvaggio, incantato, incontaminato, reso ancor più vivido dalle minuziose descrizioni di Aira che ci mostra con precisa, botanica attenzione – quasi riflettendo lo sguardo naturalista del suo protagonista, quasi facendosi egli stesso vedutista con la parola – i vari particolari faunistici e floristici che compongono il paesaggio. Oltre che accurato e preciso, lo stile di Aira, sin da poche pagine, appare subito così elegante, impeccabile, perentorio, che potremmo scambiarlo per quello di un grande maestro del Novecento, peculiarità, tra le altre, con la quale Aira si è mostrato, a me che lo leggevo qui per la prima volta, un autore davvero molto interessante.

Il breve romanzo di Aira (poco meno di cento pagine), è un lento e placido fluire di eventi e digressioni.
Un romanzo sull’arte, potremmo sommariamente definirlo, e forse anche sull’identità, in particolare quella dell’artista, che, “in quanto tale, poteva sempre essere morto. Era un po’ assurdo volerlo preservare. Un qualsiasi incidente, grande o piccolo, poteva ammazzare un uomo, o mille, o milioni, in un colpo solo.  Rugendas, come tutti, e soprattutto dopo quello che gli era capitato, poteva dire: «Ho già vissuto abbastanza». L’arte è eterna, perciò non si perde niente.”

Altresì un romanzo sulla natura“Sentirsi sfiorare da un pipistrello è un fatto molto raro, perché queste bestiole sono dotate di un meccanismo antiurto infallibile. Ma lo sfioramento non è un urto, e a volte è la velocità stessa a permetterlo. Proprio questo accadde a Rugendas. Un pipistrello che volava in direzione contraria alla sua gli carezzò la fronte. Fu questione di un millesimo di secondo; lo si sarebbe potuto confondere con un refolo di vento, o con l’eccitazione casuale di una cellula. Ma la delicatezza ha sempre una spiegazione nel mondo della natura. E questa delicatezza era suprema, non poteva esserci niente di simile, e non solo per la meccanica che la produceva, ma soprattutto per la materia su cui si applicava: una testa nella quale tutti i nervi si erano scollegati. Come chiedere maggiore soavità, maggiore sottigliezza?”

Un viaggio, infine, che si scoprirà senza un arrivo, privo di una meta, come in fondo è stato privo di una partenza, ma che comunque si rivela, perlomeno per il lettore, un buon viaggio.

– Giuseppe Rizzi –

JogarCapoeiraouDanadaGuerra1835Repro[2]
Danza di guerra, Rugendas
 

NB. Per chi volesse approfondire il mondo letterario di César Aira, può trovare recensioni, interviste, la traduzione di un suo racconto e altro materiale sul blog del suo traduttore Raul Schenardi: Perle e cicatrici

2 Comments

  1. La recensione più acuta che ho letto finora. Solo una precisazione: i romanzi di Aira pubblicati in Italia sono diversi: Ema la prigioniera (Bompiani), Il mago e Come diventai monaca (Feltrinelli), I Fantasmi, Il marmo e Come imbalsamare animaletti mutanti (Sur). Sul mio blog si trova anche la traduzione di un racconto di Aira, recensioni, un’intervista e altro materiale: http://www.perleecicatrici.org/category/aira/

    Piace a 1 persona

    1. Un vero piacere ricevere il suo intervento! Grazie per il complimento e per la precisazione che arricchisce chi come me vuol approfondire questo autore.
      Inserisco il rimando al suo blog anche nel corpo della recensione e preciso meglio la questione delle altre pubblicazioni, grazie!

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