Sniff: anche il naso vuole la sua parte

Sniff, Fulvio Risuleo & Antonio Pronostico
(Coconino Press – Fandango, 2019)

sniff ‹snif› interiez. ingl. [da (to) sniff «fiutare, annusare», di origine onomatopeica]. – Nel linguaggio dei fumetti, forma grafica che riproduce il rumore di una persona o un animale (spec. un cane) che annusa, di chi aspira qualcosa con forza, di chi piange tirando su col naso; è spesso attestata in sequenze raddoppiate (sniff sniff).
[Da Enciclopedia Treccani]

Sniff-Cover-fronte-OK-DEFLei e Lui non stanno passando un momento sereno. La loro relazione sembra essere giunta al capolinea e i rapporti si stanno incrinando sempre più. Lei è fredda e distante, mentre Lui è morbosamente tormentato. Spronati dai contrasti di coppia, Lui e Lei hanno deciso di prendersi una vacanza e andare in montagna. Giusto qualche giorno sulle Dolomiti per sciare, passare un po’ di tempo insieme e, perché no?, cercare così di ricucire gli strappi di questo amore stanco e logorato dagli anni (o, almeno, concluderlo nel migliore dei modi).

Inizia dunque un rituale di corteggiamento tardivo (e un po’ ingenuo) fatto di carezze delicate e abbracci impacciati, di gelosie, affanni e stimoli emotivi che diventano la spina dorsale a sostegno dell’intera opera. Il soggetto è semplice, essenziale, ma ciò che fa davvero la differenza è il curioso punto di vista alternativo attraverso cui viene raccontata la storia: strano a dirsi, i veri protagonisti del fumetto sono i nasi dei due protagonisti. Nasi che pensano autonomamente e che parlano tra loro, dando origine a una insolita relazione parallela: infatti, anche i due Nasi si amano e non vogliono essere costretti a separarsi a causa dei bisticci dei loro corpi; non vogliono essere solamente gli spettatori di una catastrofe ineluttabile. Possono fare qualcosa per salvare il loro amore e quello dei rispettivi possessori?

Così, l’attenzione degli autori si focalizza sui Nasi e la storia viene mostrata attraverso i loro “occhi” (o le loro narici). Sono gli unici a parlare, gli unici a produrre balloon in un mondo vuoto formato da vignette spoglie e bianchi silenzi. Fin dalle primissime pagine, quando ancora non si è compresa la vera natura degli strambi protagonisti, siamo catapultati in un contesto surreale, estraniante, magico: realtà e fantasia si fondono e l’ambientazione dolomitica viene infusa di un’atmosfera onirica, contemporaneamente spensierata e angosciosa, allegra e offuscata, intima e ostile.

Quello che descrive Risuleo è un gioco di contrasti agrodolci e continue pulsazioni: momenti di tensione si alternano alla quiete; amore e passione si alternano a indifferenza e freddezza; vignette cariche di parole si alternano a raffiche di immagini silenziose. Tutta l’architettura viene poi modulata e amplificata dal dialogo artistico tra i due autori: scrittura e disegni entrano in risonanza e si concretizzano in una narrazione visiva di grande efficacia.

Pronostico traccia segni morbidi e sinuosi, che delineano figure appena abbozzate di persone, montagne, oggetti, case e interni (questi ultimi dal design moderno, minimale come sono gli sfondi dell’intero fumetto). Le forme sono elegantemente deformate in un continuum fluido carico di vitalità, emotività, dinamismo. Le vignette racchiudono linee nere e una varietà di colori pastello che ricordano quadri di Kandinsky; in alcuni dettagli assurdi si riconoscono bagliori di Dalì, mentre in certi paesaggi sembrano diluirsi le luci metafisiche di De Chirico. Le figure alterate dei personaggi dall’anatomia serpeggiante richiamano i fumetti di Mattotti, mentre le splash page raffiguranti paesaggi dolomitici senza nome durante l’enrosadira fanno pensare ai dipinti di Buzzati.

Nell’opera non esiste una collocazione spaziale e temporale precisa, non si conoscono i nomi dei luoghi, i nomi dei protagonisti oppure il loro passato. I personaggi sono sconosciuti immersi in una nebbia lattiginosa di incertezza fiabesca, in un contesto alpino magico e quasi misterioso. Il punto di vista adottato è contemporaneamente interno ed esterno alla vicenda: i due nasi sono presi dalla passione e direttamente coinvolti negli eventi narrati, eppure garantiscono anche bagliori di lucidità nell’analizzare le varie situazioni (come i comportamenti della coppia umana) e nel presagire un futuro inevitabile.

Sempre per richiamare le possibili influenze di Buzzati (oltre a quelle direttamente mutuate dallo scenario montano, caro allo scrittore bellunese), in questo fumetto si percepiscono echi della spensieratezza della sua prosa, mescolata, però, con tonalità angosciose, con la cupezza intrinseca e indelebile del fatalismo. C’è un destino che appare all’orizzonte, lontano e invincibile. Per quanto i protagonisti si sforzino di cambiare la rotta, per quanto sembra che il naufragio possa essere evitato, pagina dopo pagina ci rendiamo conto che gli scogli del fato non possono essere aggirati: è solo un’attesa di un qualcosa che deve arrivare, come il settimo piano, come il Colombre (e, in un certo senso, come pure i tartari).

Risuleo e Pronostico realizzano un’opera aggraziata, ricca di suggestioni. Nonostante i protagonisti siano due nasi a primo impatto inespressivi, grazie ai dialoghi, al segno grafico e all’uso dei colori, anche loro vengono caricati di emotività. Le vicende che vedono coinvolte la coppia nasale e quella umana sono sia aspre, sia dolci, e riportano alla memoria la semplicità e la purezza di alcune storie di Will Eisner: illusione e disillusione si fondono in una massa di assurdo realismo, dando origine a un fumetto curioso, elegante e diversamente comune.

Francesco Biagioli

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