L’onirico e pungente ritorno di Stefano Benni in libreria con “Prendiluna”

Prendiluna – Stefano Benni
(Feltrinelli)

9788807032400_quartaStefano Benni è tornato in libreria il mese scorso con un romanzo che già dal titolo ha tanto da suggerire per fantasia e novità: Prendiluna, edito da Feltrinelli e già in corso di presentazione in tutta Italia. Si tratta di una storia nel più autentico stile dell’autore, una visione onirica e fiabesca calata in una modernità agguerrita e strampalata, in cui il reale e l’immaginario – più che mescolarsi – si tengono per mano.

Ai lettori più affezionati ricorderà forse le atmosfere di Saltatempo o di Stranalandia, con un gusto per la contemporaneità che è lo stesso di Achille pié veloce o di Baol, e con la medesima incredibile freschezza de Il bar sotto il mare o di Margherita Dolcevita. Un saggio mélange di elementi narrativi e testuali, creativi e dialogici, in cui ciascun personaggio è una rivelazione, un unicum ai limiti del surreale e al contempo del più bieco realismo.

La vicenda inizia in una sera luminosa in cui Prendiluna, un’anziana gattara ed insegnante di italiano in pensione, incontra il fantasma del gatto Ariel, da cui riceve un’importante missione: salvare il mondo consegnando i suoi Dieci Mici a dieci Giusti. A sapere dell’arduo compito per primi sono Dolcino e Michele, i quali in sogno scoprono che la loro ex maestra incontrerà Dio alla fine dell’incarico. Decidono, così, di scappare dal manicomio in cui si trovano per raggiungere Prendiluna e potersi vendicare di Dio e dei dolori che quest’ultimo ha sempre riservato agli uomini.

Attraverso uno specchio capace di distorcere quello che crediamo di conoscere, ci si addentra pagina dopo pagina in un labirinto fatto di crudeltà umana, di dolcezza dell’infanzia, di invenzioni frizzanti, di allusioni sessuali, di paradossi, di tecnologia, di verità dette a mezza bocca, di ironia tagliente, di un presente che conosciamo a memoria e che stentiamo a riconoscere, camuffato com’è sotto tanti strati di immaginazione e di rielaborazione.

A popolare questo enorme palcoscenico sono dei killer-diavoli, dei bambini che giocano al Pallone Invisibile, un gatto telepatico e una gatta poetessa, un pianista stregone, un tunnel cittadino che accoglie i dannati, uno psichiatra depresso, una suora ultracentenaria, un commissario che sogna di essere un personaggio famoso, dei marines seminaristi e dei Bambini Assassini – più scienziati, cibernetici, esperte di matematica, fantasmi, responsabili di sexy shop e molti altri, fra cui spiccano soprattutto il dio Chiomadoro e gli Annibaliani, una strana setta caratterizzata da una comune sete di potere.

Gli episodi più diversi e i dialoghi più sorprendenti procederanno rapidi come un treno fino all’epilogo, in un tono continuamente tragico e comico, in un universo parallelo al nostro e molto simile, finché presso l’università Maxonia non si consumerà una battaglia colossale. Prendiluna scoprirà se è riuscita a portare a compimento la missione e Dio, in cima alla sua torre, farà alla fine i conti con Dolcino, mentre Michele fronteggerà il suo più acerrimo nemico: suo fratello. Il destino di tutti si compirà, dunque, in un passaggio quasi epico, esplosivo, profetico.

Al termine di questo scenario, ci si risveglia forse da un sogno, si incontra forse solo la realtà, quando nel frattempo è già l’alba. Sta di fatto che i protagonisti hanno le idee ormai chiare e sanno esattamente cosa fare di sé, della giornata e della vita, specialmente Dolcino: “Lontano, pulsava il lampeggiatore di un’auto della polizia. Sospirando guardò la luna e le sue spiagge. Se mi sbrigo, pensò, posso prendere il treno e andare al mare anch’io”.

Una lettura trascinante, ipnotica, che ha tanto da regalare e tanto su cui far riflettere, fra un sorriso e l’accenno di una lacrima.

Eva Luna Mascolino

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