D’amore e baccalà, Alessio Romano
(EDT, 2018)
Immaginate di essere partiti. Di avere lasciato l’Italia con una valigia riempita da pochi vestiti e tanti libri, di ritrovarvi a nell’affascinante capitale del Portogallo e di avere affittato un appartamento in rua do Recolhimento. Avete fame e allo stesso tempo avete voglia di vedere Lisbona nuda, esattamente per com’è quando non ci sono i turisti attorno. Così uscite e prendete il celebre Tram 28, dal quale poco dopo accidentalmente cadete.
Quello che vi succederebbe nel vortice che segue, se davvero aveste deciso di allontanarvi da casa, lo trovate raccontato in D’amore e baccalà, breve e fresco romanzo di Alessio Romano uscito a marzo 2018 per EDT, nella collana Allacarta che già aveva visto in copertina nomi di autori del calibro di Paolo Cognetti, Fabio Geda e Marco Mavaldi.
Una piccola commozione cerebrale colpisce infatti il personaggio principale della storia nel primo capitolo e lo porta a vedere il mondo da una prospettiva distorta, in cui i fantasmi smettono di essere invisibili, i profumi del cibo hanno una vera e propria anima e ogni cosa fra le più assurde e imprevedibili si può verificare tra le stradine della capitale. Perfino incontrare la protagonista di Casablanca o qualche noto scrittore.
Il viaggio di Alessio Romano, però, alter-ego dell’autore stesso, non è accompagnato solo da presenze immaginifiche, da pagine di buona letteratura e da baccalà altrettanto gustosi. C’è Beatriz, cameriera dallo sguardo penetrante che sta in carne e ossa davanti a lui e nei suoi pensieri, ad illuminare e oscurare allo stesso il tempo il suo soggiorno nella vita autentica della metropoli.
Oltre a lei ci sono poi le note del fado di Amália Rodrigues, la birra imperial, Fernando Pessoa, un crocevia di divertimenti notturni e diurni, e la sensazione che l’esistenza sia scoppiettante di leggerezza e di profondità contemporaneamente, con le sue contraddizioni e ispirazioni, con la Pereira di Antonio Tabucchi che quasi esce dalle pagine e con una salsiccia fumante tutta da degustare.
Ne viene fuori un’avventura psichedelica, sospesa fra la saudade e l’allegria, in cui qualunque incontro può cambiare il corso degli eventi e qualsiasi piatto condirli con ingredienti inediti, al ritmo di uno stile letterario moderno e veloce, empatico e intanto disincantato, attraverso il quale sentirsi un po’ al centro dell’attenzione e un po’ dimenticati dai sorrisi del mondo, talvolta nell’arco della stessa giornata.
D’amore e baccalà è, insomma, un’ode al buon gusto e alle arti, alla joe de vivre e all’innamoramento, ai versi di numerosi intellettuali che anticipano ciascuno dei capitoli e allo splendore di un luogo fra i più pittoreschi d’Europa. Una prova di scrittura piacevole, che non annoia, in un percorso agrodolce e dalle corrispondenze sottili, al termine del quale si arriva con la consapevolezza di avere scoperto nuovi sapori, nuove atmosfere e nuovi stati d’animo in buona compagnia.
Eva Luna Mascolino
Complimenti per il tuo blog, se ti va passa a darmi pure qualche consiglio, ne sarei felice. Petra
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Grazie per la lettura e l’apprezzamento, Petra!
Sarà fatto con piacere, un saluto e buon lavoro intanto 🙂
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