Un giorno verrà, Giulia Caminito
(Bompiani, 2019)
Si comincia a leggere Un giorno verrà e si entra subito, anima e corpo, nella Storia. Siamo infatti a Serra de’ Conti, nelle Marche, a cavallo tra Ottocento e Novecento. In poche pagine impariamo a conoscere la famiglia Ceresa, composta dal fornaio Luigi, dalla moglie Violante e dai figli Adelaide e Antonio. Poi ci sono loro, Lupo e Nicola, pecore nere, reietti per motivi diversi.
Il primo, pur essendo ancora un ragazzino, è aggressivo e coraggioso. Scuro e selvaggio come il suo nome, riesce a ottenere il rispetto e il timore degli adulti. Suo fratello Nicola, viceversa, è un bambino debole, terrorizzato da tutto e da tutti, morbosamente legato al fratello maggiore. In modi diversi, entrambi deviano dalla normalità, dal comportamento che si richiede ai figli – stare al proprio posto, lavorare sodo, rispettare il padre, l’autorità.
La crisi si apre con una doppia morte: quella violenta del fratello Antonio – su cui, com’era da aspettarsi, erano riposte le aspettative di Luigi e Violante — e quella per malattia della sorella Adelaide.
Il nucleo famigliare dei Ceresa non regge l’urto e implode. Da un lato Lupo si distacca sempre più dalla famiglia, avvicinandosi, invece, agli anarchici di cui faceva parte il nonno Giuseppe (un’altra figura dal forte carisma). La sua formazione politica culmina nella Settimana rossa del 1914 e nella diserzione dal servizio militare.
Dall’altra parte Nicola, con il suo viso pallido da principe, sembra destinato a rimanere solo, sempre più preda e vittima della propria debolezza.
Alla formazione dei due fratelli si contrappongono, per poi legarsi, le dinamiche del monastero di Serra de’ Conti. A capo della struttura, ridotta e impoverita dagli espropri da parte di Chiesa e Stato, la figura di Suor Clara, l’unica tra i protagonisti a essere ispirata a un personaggio realmente esistito.
L’Abbadessa si ispira infatti a Suor Maria Giuseppina Benvenuti, nata in Sudan come Zeinab Alif, rapita e venduta come schiava, diventata per gli abitanti di Serra de’ Conti la Moretta, la Santa.
Assistiamo dunque alla lotta di suor Clara per la sopravvivenza del monastero e per la sicurezza delle monache; tra queste risalta suor Nella, una giovane che s’intuisce fatta monaca contro la sua volontà. Per i Ceresa lo scontro è nel mondo reale, contro lo Stato, i padroni, i ricchi. Le monache di Serra de’ Conti combattono contro la mancanza di fede, la violenza nascosta nelle istituzioni – dalla famiglia alla Chiesa stessa.
Sono, lo ripetiamo, due strade differenti, che però finiranno per intrecciarsi.
L’autrice è stata capace, partendo dalla storia del bisnonno – anche lui anarchico impenitente – di creare una storia ricca di particolarità e colpi di scena. Gli eventi storici sono stati assimilati e riscritti con originalità, non ci troviamo di fronte – grazie a Dio – a un riassunto della Prima Guerra Mondiale o della Settimana Rossa.
Una sola parola per Un giorno verrà: potenza. Una potenza stilistica che non necessita di centinaia di pagine, di troppe parole. Il romanzo esce dai canoni del romanzo storico, del romanzo classico. È snello, affilato e grezzo a un tempo. Leggerlo vi darà l’impressione di avere un film davanti agli occhi.
Non perdete quest’occasione.
Sonia Aggio
1 Comment