L’Ircocervo n.5 è online!

L'ircocervo 5 copertinaL’Ircocervo è una rivista digitale nata grazie allo smart working: la nostra redazione è dislocata in diverse parti d’Italia e solo raramente siamo riusciti a incontrarci di persona per discutere dei possibili sviluppi del nostro progetto. Prima che cominciasse questo periodo di dirette, videoconferenze e lavoro davanti a uno schermo senza limiti di orari, questa rivista cresceva già nello spazio di una chat su WhatsApp.

Nonostante ciò, ha per noi un significato importante che questo quinto numero venga pubblicato agli albori di un’estate che si prospetta quasi normale. Negli scorsi mesi, alcuni di noi hanno mantenuto e intensificato le loro abitudini di lettura, altri hanno avuto difficoltà a collocare i libri nello spazio angusto e obbligato delle mura domestiche. Adesso speriamo che la parola scritta possa tornare ad avere il ruolo che le è sempre spettato: una via di fuga, un ponte per discutere e confrontarsi; e che questi sei racconti illustrati possano essere letti su una spiaggia assolata e contribuire a questo obiettivo.

L’Ouverture di questo numero è stata affidata a Roberto Camurri, che ha scritto per noi Ombre, un racconto ambientato nella sua Fabbrico e illustrato da Marta Viviani. In questa storia malinconica, un lui e una lei si sfiorano per tutta la vita fino a stabilire un legame conturbante e, allo stesso tempo, salvifico.

Per la sezione Racconti erranti, invece, siamo onorati di ospitare un’opera di William Wall, una delle voci più eminenti della letteratura irlandese contemporanea, candidato al Man Booker Prize nel 2005 per il suo romanzo This is the country. Il racconto Cenere e pezzi di carta è stato tradotto per la prima volta da Lorenzo Mari e illustrato da Elena Ceccato e ci parla con delicatezza di morte e dei conti in sospeso che lascia ai vivi, tramite incontri fortuiti e dettagli quotidiani.

Apre la selezione di racconti di autori emergenti 1960. Una storia dell’Età dell’Informazione, di Stefano Trucco e illustrato da Alice Bruscoli. L’arguta voce narrante di questa storia ci guida in una Lucca ucronica, strampalata eppure famigliare, e ci racconta con ironia brillante le circostanze che hanno determinato l’ascesa al potere e alla ricchezza di un’ordinaria famiglia borghese.

Ci spostiamo su un piano decisamente più intimo con Sottrazioni, scritto da Gaia Gentili e illustrato da Giuditta Bertoni. L’ossessione amorosa della protagonista è raccontata tramite l’effetto che ha sul suo corpo, in un toccante percorso verso la conquista di una libertà possibile.

Anche in Piccioni, di Francesco Bertoldi e illustrato da Sara Fasolin, ha un ruolo centrale un rapporto asimmetrico e violento, questa volta quello fra due fratelli. La prosa incalzante dell’autore ci guida nella mente cupa del protagonista, la cui paura e ossessione si concretizza negli uccelli del titolo.

Chiudiamo infine con Scontrini, di Barbara Marunti, illustrato da Beatrice Bergamo. Anche in questo piacevole racconto incontriamo una protagonista che coltiva un’ossessione, questa volta per l’accumulo di scontrini, e che si racconta attraverso i dettagli della propria quotidianità passata.

Come ho accennato in questa panoramica, diversi racconti tra quelli pubblicati in questo numero parlano di personaggi oppressi, schiavi di un’ossessione e condannati a riflettersi in essa. Sembrerebbero uno specchio fedele delle nostre vite recluse, eppure sono stati per la maggior parte scritti prima del lockdown.

Ci auguriamo che in questo specchio possiate riconoscervi, leggervi e riscoprirvi, com’è stato per noi. Il numero è disponibile gratuitamente QUI.

Buona lettura!

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