“Napoli mon amour”, per una storia sulla bellezza della vita e il suo inevitabile prezzo

Napoli mon amour, Alessio Forgione
(NN Editore, 2018)

napoliCamminare per una Napoli bellissima, il piacere di andare al mare, l’angoscia di un lavoro che non c’è, una serata fuori con l’amico di sempre, l’entusiasmo di un goal memorabile e il dispiacere di una squadra che non vince: sono dettagli, banalità, il semplice fluire della vita umana. Nel suo romanzo d’esordio, Forgione ci accompagna lungo questo flusso esistenziale raccontandoci la storia di Amoresano, trentenne plurilaureato ma disilluso, che vive dei soldi guadagnati con un lavoro che non ha più e grazie al sostegno discreto e silenzioso dei genitori.

La crescita di Amoresano si sviluppa lungo tre fasi (un prima, un durante e un dopo rigidamente marcati), segnate dall’impietoso countdown del suo conto corrente. Il prima è una fase della vita traballante, dove non c’è niente per cui valga la pena vivere se non la speranza che il futuro porti con sé un mondo migliore. È una fase fatta di calcoli minuziosi sui pochi spiccioli messi da parte, birre economiche e colloqui di lavoro fallimentari, in cui nulla ha importanza e le banalità della vita vengono narrate in un flusso continuo privo di gerarchie. L’attenzione di Amoresano slitta dalla madre in lacrime alle cuffiette appoggiate su un mobile troppo distante, dall’idea per un possibile romanzo alle vicende di Joseph Smith e dei mormoni. Il flusso di pensieri espressi in prima persona hanno un’aria confusa e avvilita, ravvivati da rari attimi di gioia, realistici e intensi nella loro evidente semplicità.

Poi la svolta: l’esistenza spoglia del protagonista viene rivoluzionata dall’incontro casuale con una donna bellissima, Nina, che studia, legge, sogna, ha delle ambizioni ed è convinta di poterle realizzare. Inizia così quella seconda fase della crescita di Amoresano in cui improvvisamente sembra che il mondo conceda anche alcune speranze. Vivere diventa un’esperienza meravigliosa, in nome della quale vale la pena comprare birre più costose, portare Nina in vacanza, andare a Roma per consegnare i propri racconti allo scrittore che si ammira di più, arrischiarsi a cercare un impiego migliore a Londra. Ma la felicità ha un costo, e quella di Amoresano supera notevolmente il budget garantitogli dal suo conto corrente.

Il durante è narrato attraverso uno slancio vitale dalla consistenza quasi palpabile, in cui i pensieri prima confusi si stabilizzano lungo alcune direttive principali, capaci di attribuire la dovuta importanza a pochi fuochi luminosi: Nina, l’amore, la scrittura, i successi letterari; in secondo piano si collocano il calcio e l’amico dell’anima, poi viene tutto il resto.

Il dopo è l’ultima svolta, con le finanze a picco e una vita segnata da nuove sfide e nuove sconfitte. Si chiude così un ciclo naturale, semplice e perfetto; il percorso altalenante di una vita intesa come perfetta sineddoche di una condizione umana comune e plausibile.

Amoresano ci parla di sé e dei suoi grandi amori, Nina e Napoli, appoggiandosi a quello che la letteratura e il cinema gli hanno trasmesso. Dal capolavoro di Resnais Hiroshima mon amour – spunto per un lungo e intenso parallelismo tra due storie d’amore e due città che in fondo si sfiorano appena – a Ferito a morte di La Capria, punto di svolta nella vita letteraria di Amoresano e forse anche in quella dello stesso Forgione.

Napoli mon amour è un romanzo delicato e intenso, umile nella sua assoluta semplicità, e proprio per questo perfettamente riuscito. La prima persona è gestita con naturale intelligenza, attraverso l’impiego di frasi brevi per descrivere fatti concreti e di periodi più lunghi quando la narrazione si focalizza sui sentimenti o su riflessioni estemporanee. Come la mente umana si perde nell’astratto e categorizza sbrigativamente il concreto e lo scontato, così fa Amoresano nel suo flusso di pensieri. È una semplicità che non annoia mai, capace al tempo stesso di intrattenere e far riflettere, anche se né la trama, né tantomeno le tematiche trattate si predispongono a riflessioni particolarmente dense.

La serie Innocenti della NNE, inaugurata da un esordio brillante come quello di Camurri con A misura d’uomo, continua a portare alla ribalta le opere prime di scrittori nostrani sconosciuti ma promettenti. Napoli mon amour non delude mai le aspettative.

Anja Boato